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Jamtal

Settimana di scialpinismo in Jamtal

Come ormai vuole la tradizione, lunedì di Pasquetta alcuni intrepidi del gruppo GAMS sono partiti per una settimana di sci alpinismo. Quest'anno la meta prescelta era il rifugio Jamtal, situato a 2.165 m di altitudine nel gruppo del Silvretta (Alpi Retiche occidentali).

Renate, Robert, Sergio e la sottoscritta ci siamo fermati fino a domenica, mentre Nicola, Vinzenz e Luca sono stati dei nostri solo i primi giorni.

A parte due giorni con nevischio e poca visibilità, il tempo è sempre stato splendido e ci ha permesso di raggiungere ogni giorno delle mete interessanti, sia dal punto di vista paesaggistico che alpinistico.

Ecco le vette che abbiamo conquistato, in ordine cronologico:

 

Hintere Jamspitze (3.156 m)

Salita su ghiacciaio con appresso l'attrezzatura completa, che fortunatamente non è stato necessario utilizzare. Discesa in neve ottima e gran finale al sole sulla terrazza del rifugio con una meritatissima birra, vuoi per le temperature, vuoi per l'affaticamento dopo la prima gita a quota elevata.

 

Breite Krone (3.079)

Salita piacevole senza particolari difficoltà e bella sciata su neve farinosa. Nel pomeriggio esercitazioni di calata in doppia nella palestra del rifugio per Tiziana, con Robert nel ruolo di istruttore e Renate in quello di coadiutrice.

Augstenberg, nördliche Spitze (3.228 m)

... ovvero 3.230 per gli svizzeri che qui, contrariamente alla loro proverbiale precisione, arrotondano per eccesso: ghiacciaio senza particolari difficoltà, anche grazie all'abbondante coltre nevosa che copre tutti i crepacci. Salita piuttosto ripida alla Fuorcla Chalaus (3003 m). Discesa sul versante opposto, traverso e ripido accesso in vetta con roccette. Gita propedeutica per la sottoscritta, che ha dovuto usare per la prima volta la piccozza per salire, ma soprattutto per scendere dalla cima. Discesa con gli sci in neve sempre strepitosa. Da segnalare una duna effimera di neve lunga ca. 500 m sotto la Fuorcla Chalaus.

 

Gemsspitze (3.114 m)

Nella notte sono caduti 10-15 cm di neve. Partiamo dal rifugio che il tempo è brutto e la visibilità scarsa. In cresta fa freddo, il vento fischia e per un attimo mi chiedo: ma chi me l'ha fatto fare? Ma non c'è tempo per i ripensamenti. Robert e Renate decidono di tirare una corda fissa per superare gli ultimi 15–20 m che ci separano dalla vetta e io non mi tiro indietro. Discesa praticamente alla cieca fino quasi al rifugio. Nel pomeriggio di nuovo palestra con didattica su carrucola e mezzo poldo per il recupero da crepaccio. I ruoli sono quelli collaudati: Robert, istruttore con l'ormai proverbiale pazienza di Giobbe, Renate, assistente, la sottoscritta, allievo volenteroso ma un po' duro di comprendonio.

 

Grenzeckkopf (3.048 m) e Bischofsspitze (3.029 m)

Salita lungo percorso alternativo scelto dal nostro insuperabile Robert con cavalcata in cresta di ca. 2 km dal Futschölpass (2.768 m). Al Grenzeckkopf chiacchieratina con tre poliziotti austriaci di bella presenza che con piglio professionale scrutano alternativamente la cartina e l'orizzonte, come se volessero accertarsi che nessuno abbia spostato la linea di confine. Salita alla Bischofsspitze su roccette e cresta con cornice.

 

Pfannknecht (2.822 m)

Una cima di ripiego (650 m di dislivello) per via della discesa in valle a Galtür e del viaggio di rientro a Monaco nel pomeriggio. Saliamo nella nebbia ma manchiamo la vetta a causa delle rocce e della cresta di neve poco sicura da percorrere senza corda. Il tempo migliora e scendiamo su una neve ancora divertente. Al rifugio recuperiamo le forze con una bella zuppa calda e poi via alla volta di Galtür, con gli zaini stipatissimi. Sulla via di casa, con le spalle piegate sotto il peso dello zaino ma felice, giuro a me stessa che d'ora in poi rinuncerò al superfluo, per lo meno in montagna!

Tiziana